Vittorino Andreoli, "Delitti", Rizzoli, 9 ottobre 2001
Dai dieci ai tredici anni Elia Del Grande prende l’abitudine di chiudere le porte di casa e gettare le chiavi in una vecchia cascina dove, a suo dire, non sarebbero mai state trovate
Dai dieci ai tredici anni Elia Del Grande prende l’abitudine di chiudere le porte di casa e gettare le chiavi in una vecchia cascina dove, a suo dire, non sarebbero mai state trovate. Quando aveva sedici anni, invece, assiem ad altri ragazzi del paese, demolì un casolare di campagna con una ruspa. A ventidue anni, Elia viene mandato dallo zio a Santo Domingo a gestire un locale di spogliarelliste. Lui si fidanza con una di loro, Raysa Margarita Alvarez, cocainomane. Lettera di Raysa a Elia, tornato in Italia per questioni familiari: «Desidero venire in Italia però... non posso far niente se non mi mandi il denaro... grazie per il brillante e per i fiori, tu per me sei l’uomo migliore del mondo... il mio corpo è sacro solo per te... è chiuso ad ogni altro uomo, non esiste nessuno che abbia la chiave fuori di te, se la perdi tu, muoio intoccata».