Vittorino Andreoli, "Delitti", Rizzoli, 9 ottobre 2001
«E’
tre notti che mi appare Arianna, non so se sto diventando pazzo. Mi sveglia verso le tre della notte, mi dà un bacino e mi chide come sto, mi fa gli auguri per la festa del papà... è rimasta lì fino alle cinque del mattino, abbiamo parlato del più e del meno, mi ha detto che dove si trova sta bene e voleva sapere come stava la mamma. Io le ho ripsoto che è un pezzo che non la vedevo e ho detto anche che le ho scritto una lettera per sapere come sta. Io non so se sto diventando matto...» (Lettera di Alessandro Montanaro datata 28 marzo 2000, due mesi dopo aver ucciso la figlia Arianna di sette anni).