Stefano Bucci sul Corriere della Sera del 04/10/01 a pagina 37., 4 ottobre 2001
Eleonora Duse riciclava i costumi di scena come vestiti da sera, vestaglie, eccetera (accadde ad esempio con i mantelli viola prugna con maniche a pipistrello e le tuniche in crespo bianco ricamate d’argento disegnati da Mariano Fortuny e Jean Worth)
Eleonora Duse riciclava i costumi di scena come vestiti da sera, vestaglie, eccetera (accadde ad esempio con i mantelli viola prugna con maniche a pipistrello e le tuniche in crespo bianco ricamate d’argento disegnati da Mariano Fortuny e Jean Worth). «Abiti non sempre eleganti, che agli esordi sono sciatti se non banali fino alla bruttezza e che con il successo si fanno sempre più volgari, sovrabbondanti di galloni dorati, di perline, di fiocchi, di nastri, di piume e di passamaneria». Tutt’altro che elegante, secondo Ugo Ojetti «durante la giornata vestiva trasandato: cappelli di traverso, mantelli larghi, veli lenti, bluse male abbottonate, gonne male agganciate, un guanto su e uno giù». Tuttavia la Duse spendeva molto per abbigliarsi e a volte s’indebitava (un sarto, una volta, le scrisse «di star tranquilla, che pagherà quando diventerà ricca e qualora non dovesse diventarlo mai, allora aspetterò fino al giorno del giudizio»).