Pierangelo Sapegno, "Un amore lungo la via Emilia...CosÏ nasce la Ferrari", Eri/Limina 2001, 10 ottobre 2001
Nessuno dei piloti prediletti di Enzo Ferrari aveva vinto un mondiale: «Una coincidenza solo apparente, perché il Grande Vecchio aveva uno strano amore, un affetto quasi disperante per i perdenti della vita, e non importava che fossero come suo figlio Dino che si era ammalato per non venirne più fuori e che gli camminava stanco in un giorno d’estate strappandosi a fatica un po’ di respiro, o come quei piloti che si giocavano tutto in una volata simile a un colpo di pistola, non avendo paura di lasciare tutto quello che avevano vinto e di lasciare persino – cosa assai più difficile – tutto quello che avrebbero potuto vincere»
Nessuno dei piloti prediletti di Enzo Ferrari aveva vinto un mondiale: «Una coincidenza solo apparente, perché il Grande Vecchio aveva uno strano amore, un affetto quasi disperante per i perdenti della vita, e non importava che fossero come suo figlio Dino che si era ammalato per non venirne più fuori e che gli camminava stanco in un giorno d’estate strappandosi a fatica un po’ di respiro, o come quei piloti che si giocavano tutto in una volata simile a un colpo di pistola, non avendo paura di lasciare tutto quello che avevano vinto e di lasciare persino – cosa assai più difficile – tutto quello che avrebbero potuto vincere».