Ennio Cavalli, ìIl romanzo del Nobelî, Rai Eri., 10 ottobre 2001
Nel 1876 Alfred Nobel, quarantatreenne, ricchissimo, "più piccolo della media, né bello né brutto, barba scura, un’espressione di dolce malinconia negli occhi azzurri", conobbe nella località termale di Baden, in Austria, la fioraia Sofie Hess
Nel 1876 Alfred Nobel, quarantatreenne, ricchissimo, "più piccolo della media, né bello né brutto, barba scura, un’espressione di dolce malinconia negli occhi azzurri", conobbe nella località termale di Baden, in Austria, la fioraia Sofie Hess. Lei, ventenne, attraente, briosa e irrequieta, diventò la sua amante: lui la ospitò in un piccolo appartamento in Avenue Victor Hugo, a Parigi, e cominciò a passarle un generoso assegno. Una dama di compagnia le insegnava il francese, un cuoco e un cameriere la servivano. Sofie prese a frequentare l’alta società, a farsi chiamare Madame Nobel, a spendere cifre da capogiro. Alfred non la portò mai a Stoccolma, però le fece conoscere i fratelli Ludvig e Robert. Alla fine, stanco dall’avidità di lei, le scrisse: "Cerca di conquistare l’amore sincero di qualche brav’uomo, col quale tu possa vivere serenamente e onestamente". Nel 1895, Sofie sposò il capitano von Kapivar, con cui due anni prima aveva avuto una figlia. Intanto, Alfred Nobel continuava a passarle un vitalizio in fiorini austriaci. Alla morte dell’inventore, la donna si fece avanti avanzando diritti sul testamento: alla fine, gli esecutori testamentari le versarono 12 mila fiorini, ricevendo in cambio 216 lettere originali e un telegramma ricevuti da Nobel, oggi conservati nell’archivio della Fondazione.