Luigi Ippolito su Sette dell’11/10/01 a pagina 116., 11 ottobre 2001
In Russia, quando i dirigenti delle aziende o le autorità pubbliche non hanno soldi per pagare gli stipendi, offrono ai dipendenti compensi in natura di solito prodotti dalla stessa azienda
In Russia, quando i dirigenti delle aziende o le autorità pubbliche non hanno soldi per pagare gli stipendi, offrono ai dipendenti compensi in natura di solito prodotti dalla stessa azienda. Ad esempio l’azienda vinicola di Massandra, in Crimea, paga d’abitudine gli operai con dieci bottiglie di vino al mese, altri offrono semi da giardino, spugne, materiale da costruzione, saponette e così via. Gli oggetti vengono poi rivenduti dai dipendenti oppure barattati con altri generi di prima necessità (il baratto rappresenta ancor oggi il trenta per cento degli scambi interni). Talvolta, quando le aziende riciclano beni ricevuti da altre ditte come sanatoria di debiti, i pagamenti sono ancora più strampalati. Ad esempio i taglialegna di Arkhangelsk, qualche anno fa, si videro consegnare pacchi di tampax. Un caso esemplare: Jurij Zotov, chirurgo all’ospedale di Vacha, dove centinaia di dipendenti aspettano lo stipendio dall’inizio dell’anno, ha ricevuto in pagamento tre tonnellate di letame. La cosa lo ha mandato su tutte le furie, al punto da raccontare la faccenda in tivvù: «Questo è un insulto. Io sono un chirurgo, mi spiegate cosa ci faccio col letame?». Interpellato sulla faccenda, il sindaco Aleksandr Abrosimov ha fatto notare che il concime «è un bene necessario per ogni cittadino» (molti sopravvivono coltivando ortaggi nel giardino di casa o nelle dacie di campagna), che Zotov «non è certo povero, ha una casa a tre piani e una macchina» e che si lamenta perché «è psicologicamente malato».