La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 64, 10 ottobre 2001
Dimenticate quello che avete imparato a scuola. Il mondo non è una sfera. O perlomeno non è sempre stato tondo
Dimenticate quello che avete imparato a scuola. Il mondo non è una sfera. O perlomeno non è sempre stato tondo. E poi chi ha detto che sopra c’è il Nord e sotto il Sud? Per lungo tempo è stato naturale segnare l’Est in cima. Persino i continenti si sono moltiplicati solo da pochi secoli, prima erano tre, come i figli di Noè. Solo qualche sovversivo ipotizzava l’esistenza di un quarto mondo. Siete confusi? Bene. Motivo in più per visitare, fino al 6 gennaio prossimo, la mostra di Milano sulla storia della cartografia ”Segni e sogni della Terra”, l’unico appuntamento di una manifestazione che celebra i cent’anni di fondazione della casa editrice De Agostini. Camminando tra astrolabi iraniani del Cinquecento e imponenti mappe medioevali, navigando a vista nei saloni della mostra di Palazzo Reale si capirà perché, pur senza risolvere equazioni matematiche, lo spazio e il tempo sono dimensioni interdipendenti. Non c’è bisogno di una lavagna per dimostrarlo, basta il buon senso. Per gli antichi greci il mondo era poco più grande del Mediterraneo, perché poco più del Mediterraneo conoscevano. Allo stesso modo, gli indigeni della Polinesia probabilmente immaginavano che in tutto il Pianeta le uniche terre emerse fossero i pochi atolli che potevano raggiungere con le piroghe, perché solo di questi pochi scogli avevano effettivamente conoscenza. Il mondo è stato a lungo la più astratta delle cose conconcrete. C’era chi lo vedeva piatto e tondo come una pizza, chi a forma di scrigno, con sopra un coperchio di stelle, chi rettangolare, come un enorme vassoio.