La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 66, 10 ottobre 2001
Lo sforzo per raffigurare il proprio ambiente è sempre stato elevato, in ogni epoca, ma anche le distorsioni sono state tante e macroscopiche
Lo sforzo per raffigurare il proprio ambiente è sempre stato elevato, in ogni epoca, ma anche le distorsioni sono state tante e macroscopiche. «Congetture, possibilità, teologie, convenienze politiche, illusioni. A lungo - spiega Marica Milanesi, docente di Storia della geografia all’Università di Pavia - le carte geografiche erano un mosaico nel quale si dovevano far combaciare diverse tessere. Solo partendo da questo punto di vista lo studioso oggi può comprendere alcuni presunti misteri. Per esempio, i cartografi di solito amplificavano le scoperte dei navigatori nel XVI secolo. Quindi sulle carte apparivano coste che dovevano essere ancora esplorate. Il motivo di questo comportamento era principalmente politico. Scoprire un territorio spesso significava avere il diritto di sfruttarlo, e quindi si cercava di farlo apparire il più grande possibile». Per lo stesso motivo, mentre ancora echeggiava il grido «Terra!» di Colombo, erano già tanti quelli che sostenevano che in America c’erano andati da decenni.