La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 66, 10 ottobre 2001
I primi reperti cartografici che conosciamo sono quelli provenienti dalla Mesopotamia. In queste primitive mappe l’elemento cardine è l’acqua, perché dove c’è questo elemento si possono rendere fertili i campi, si può sviluppare un insediamento
I primi reperti cartografici che conosciamo sono quelli provenienti dalla Mesopotamia. In queste primitive mappe l’elemento cardine è l’acqua, perché dove c’è questo elemento si possono rendere fertili i campi, si può sviluppare un insediamento. Ai babilonesi si deve pure la prima carta del mondo, dove le terre emerse sono raffigurate come un’isola circondata dal mare. Nelle società ramificate la misura e la rappresentazione del territorio diventa essenziale. A volte però le carte non ci sono arrivate e dunque oggi possiamo solo immaginarne la struttura. Un esempio per chiarire. Possediamo pochi reperti cartografici di epoca egizia, ma sappiamo che la civiltà delle piramidi aveva già in uso un sistema di tassazione basato sulla proprietà fondiaria e faceva perno su funzionari che si dedicavano alla misurazione e alla stima delle proprietà immobiliari per stabilire l’ammontare delle imposte. Solo nel mondo classico la cartografia diventa una disciplina finalmente liberata da ragioni puramente pratiche, le uniche che fino ad allora avevano spinto l’uomo a rappresentare e misurare un territorio. Da quel momento, oltre alla cartografia navale (le mappe per i naviganti erano un concentrato di informazioni sugli approdi sicuri, sulle coste etc.), si sviluppa una prima ricerca teorica, che ha come oggetto l’intero Pianeta. La Terra viene finalmente studiata nel suo complesso e, insieme al problema della sua origine, si cerca anche di comprenderne la forma, di misurarne le dimensioni.