La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 68, 10 ottobre 2001
Tutti i rilevamenti e gli estimi di questi geometri ante litteram erano fatti partendo da punti di riferimento sulle linee Est-Ovest e Nord-Sud, individuati grazie all’uso di meridiane portatili e della groma, lo strumento tipico dei Mensores
Tutti i rilevamenti e gli estimi di questi geometri ante litteram erano fatti partendo da punti di riferimento sulle linee Est-Ovest e Nord-Sud, individuati grazie all’uso di meridiane portatili e della groma, lo strumento tipico dei Mensores. Le carte così elaborate (formae) venivano poi incise su lamine di bronzo e in duplice copia. Una rimaneva nella colonia, o nella comunità, l’altra veniva mandata a Roma per essere conservata nel tabularium, una sorta di ufficio del Registro. Purtroppo non possediamo formae originali, anche se ci sono giunte le descrizioni particolareggiate di quelle mappe. Così sappiamo che sulle formae non solo venivano riportate le esatte misure delle regioni, ma anche i monti, i fiumi e i boschi, grazie all’uso del colore. Forse l’esempio più significativo è rappresentato dalle Formae Urbis Romae, i cui frammenti sono conservati nel cortile del Museo Capitolino. Il reperto riproduce, con grande precisione, in scala 1/300, la pianta della città. Oltre a questo tipo di cartografia, i romani sviluppano, inizialmente per fini militari, i cosiddetti itinerari. Si tratta sostanzialmente di cartine stradali, molto accurate per quanto riguarda le informazioni utili ad un viaggiatore: distanze, stazioni di ristoro, condizioni delle strade, centri termali, empori, etc.