La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 68, 10 ottobre 2001
Solo nel Cinquecento, grazie ai grandi navigatori, la percezione del nostro pianeta riceve un impulso fondamentale
Solo nel Cinquecento, grazie ai grandi navigatori, la percezione del nostro pianeta riceve un impulso fondamentale. Le scoperte geografiche di Colombo, Vasco de Gama, Magellano non vengono riportate subito sulle carte, per motivi di opportunità politica e militare, ma contribuiscono comunque allo sviluppo di una nuova geografia, che ha nel fiammingo Mercatore il suo esponente di punta e nell’Atlante il suo prodotto più evoluto. Da quel momento l’evoluzione della scienza geografica è senza soluzione di continuità. Navi sempre più efficienti permettono l’esplorazione di tutti i mari, mentre nel Settecento gli inglesi mettono a punto un orologio imbarcabile così preciso che permette, in combinazione con il sestante, di individuare le longitudini dei luoghi. Poi è storia recente, che non si è ancora conclusa. Una dimostrazione? Solo nel 1992 sono stati corretti grossolani errori presenti sulle carte geografiche: un altipiano inesistente in Amazzonia e un immenso canyon fantasma segnalato nel Sudan. Questo è stato possibile grazie ai rilevamenti tridimensionali del satellite Ers 2. Difficile biasimare i nostri antenati. Loro il mondo lo potevano sorvolare con un solo mezzo: la fantasia.