La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 70, 10 ottobre 2001
Gino Paoli ha fatto entrare il cielo in una stanza, nella Bibbia disperano, ma non escludono, di riuscire a far passare un cammello per la cruna di un ago
Gino Paoli ha fatto entrare il cielo in una stanza, nella Bibbia disperano, ma non escludono, di riuscire a far passare un cammello per la cruna di un ago. Chi pensa però che comprimere l’incomprimibile sia una magia, appannaggio solo di profeti e musicisti, farebbe meglio a visitare le stanze di Palazzo Reale a Milano. questo infatti il palcoscenico della mostra nella quale si celebra l’impresa titanica della De Agostini che, ingegnandosi con trigonometria e compassi, da cent’anni condensa il mondo intero in poche pagine. Ad affrontare questa missione impossibile fu un piemontese testardo e pignolo, il geografo biellese Giovanni De Agostini che, nel giugno del 1901, fondò la casa editrice che ancora porta il suo nome. Del resto la passione per la geografia era diffusa nella famiglia De Agostini. Il fratello di Giovanni, Alberto Maria, era un salesiano a cui si deve l’esplorazione di molte zone della Patagonia. La prima opera dell’istituto fu l’Atlante scolastico moderno, pubblicato nello stesso anno della fondazione. Ma le ambizioni erano altre. Solo tre anni dopo, infatti, viene stampata quella che resta l’opera più conosciuta della De Agostini, il Calendario Atlante. Il successo convince i dirigenti dell’azienda a dare una cadenza annuale alla pubblicazione dell’opera, che è giunta alla 97esima edizione. Sarà però la terza opera della De Agostini, una grande carta d’Italia commissionata dal Touring Club, composta da 58 tavole, a essere fatale, nel bene e nel male, all’azienda. Da una parte infatti il lavoro raccoglie le lodi del pubblico e degli esperti per l’eccezionale precisione e accuratezza, dall’altra, contemporaneamente alla consegna dell’ultima tavola, nel 1914, l’istituto rischia il fallimento per i troppi debiti contratti con la Banca Popolare di Novara.