La macchina del tempo n. 10 ottobre 2001 pag 67, 10 ottobre 2001
Ma la scienza ufficiale propende per spiegazioni decisamente più ortodosse. La prende per spiegazioni decisamente più ortodosse
Ma la scienza ufficiale propende per spiegazioni decisamente più ortodosse. La prende per spiegazioni decisamente più ortodosse. La professoressa Marica Milanesi, dell’Università di Pavia, non vuole nemmeno sentir parlare di civiltà scomparse e cataclismi: «Per carità, quelle sono fantasie. La spiegazione è molto più semplice. Nel ’500, epoca a cui risalgono la maggior parte delle carte discusse, i cartografi disegnavano tenendo ben presenti esigenze politiche, teorie teologiche e al tutto aggiungevano una buona dose di fantasia». Può fare qualche esempio? «Qualcosa di simile al Canale di Panama appare spesso su quelle carte. Ma nessuno poteva certo prevederne la costruzione. Semplicemente, quei cartografi materializzavano un desiderio. Loro speravano che esistesse davvero un passaggio, e lo disegnavano. Altre volte era segnata l’Antartide perché si riteneva certa l’esistenza di altre terre emerse. Gli antichi ne erano sicuri: Dio aveva creato il pianeta per gli uomini e quindi non ci poteva essere solo acqua oltre le terre già scoperte. Vagheggiare civiltà evolute scomparse, più che archeologia è marketing. Un’operazione che fa leva sul sensazionalismo per vendere più copie».