Marco Magrini sul "Sole 24 Ore" del 12/10/2001; Marco ferri su La Stampa del 12/10/2001., 12 ottobre 2001
Il New York Times ha rivelato che Osama Bin Laden possiede più di una azienda che produce e commercializza miele, perfetto, visto l’odore e la consistenza, per nascondere armi e droga (i doganieri, oltretutto, non amano infilarci le mani per ispezionarlo)
Il New York Times ha rivelato che Osama Bin Laden possiede più di una azienda che produce e commercializza miele, perfetto, visto l’odore e la consistenza, per nascondere armi e droga (i doganieri, oltretutto, non amano infilarci le mani per ispezionarlo). Inoltre i profitti, piuttosto alti, vengono reinvestiti per finanziare il terrorismo (il miele in Medio Oriente è prezioso e molto consumato, solo in Arabia Saudita ogni famiglia ne mangia quasi un chilo al mese). Questa faccenda non ha stupito gli studiosi di Al-Qaeda, perché attività simili erano già note. In Sudan, per esempio, Bin Laden possedeva un’azienda agricola di nome Blessed Fruits ( frutti benedetti) che esportava anche in America ed Europa noccioline, sesamo, frutta, mais, farina e semi di girasole. Lo sceicco ha ereditato dalla sua famiglia circa 300 milioni di dollari, ma secondo Vincent Cannistraro, ex capo dell’antiterrorismo della Cia, quei soldi sarebbero ormai finiti e comunque non costituiscono la base finanziaria di Al-Qaeda: « I terroristi si alimentano con business più o meno legali, e con le donazioni di ricchi arabi che li appoggiano in silenzio». Secondo un rapporto di settanta pagine presentato dal deputato francese Arnaud Montebourg, Al-Qaeda avrebbe collegamenti con oltre cinquecento banche, gruppi d’affari e organizzazioni caritatevoli sparse in tutto il mondo.