John Le Carr, la Repubblica 11/10/2001, 11 ottobre 2001
«Le riprese televisive e le foto fatte ad arte di Bin Laden danno l’idea di un uomo dal narcisismo omoerotico, e forse possiamo trarre da questo un granello di speranza
«Le riprese televisive e le foto fatte ad arte di Bin Laden danno l’idea di un uomo dal narcisismo omoerotico, e forse possiamo trarre da questo un granello di speranza. Ritratto con un kalashnikov, mentre partecipa a un matrimonio o consulta un testo sacro, egli irradia da ogni gesto autoadorante una consapevolezza dell’obiettivo degna di un attore. Possiede statura, bellezza, grazia, intelligenza e magnetismo, tutti grandi attributi a meno che tu non sia il latitante più ricercato del mondo in fuga, nel qual caso diventano handicap difficili da dissimulare. Ma ai miei occhi supera tutto la sua vanità maschile, a stento contenibile, la sua brama di dramma e la sua passione segreta per la ribalta. E forse proprio questo lo porterà al crollo, seducendolo a un drammatico atto finale di autodistruzione, prodotto, diretto e interpretato fino alla morte» (ancora le Carré)