Massimo Perrone, La Macchina del Tempo, n.10, ottobre 2001 pag. 102-109, 16 ottobre 2001
Forse non tutti sanno che il rigore non dev’essere tirato necessariamente in porta. La regola 14 del calcio infatti dice che «colui che batte il calcio di rigore deve calciare il pallone in avanti e non potrà giocarlo una seconda volta fino a quando lo stesso non sarà giocato o toccato da un altro calciatore»; fermo restando che tranne il giocatore «designato al tiro» ed ovviamente il portiere avversario, tutti gli altri devono restare fuori dell’area (e della lunetta: cioè ad almeno 9 metri e 15 dal dischetto) prima del tiro
Forse non tutti sanno che il rigore non dev’essere tirato necessariamente in porta. La regola 14 del calcio infatti dice che «colui che batte il calcio di rigore deve calciare il pallone in avanti e non potrà giocarlo una seconda volta fino a quando lo stesso non sarà giocato o toccato da un altro calciatore»; fermo restando che tranne il giocatore «designato al tiro» ed ovviamente il portiere avversario, tutti gli altri devono restare fuori dell’area (e della lunetta: cioè ad almeno 9 metri e 15 dal dischetto) prima del tiro. Si ricordano due casi in cui il regolamento è stato sfruttato per beffare il portiere avversario, entrambi nel 1982/83. In Olanda, protagonista il tre volte "Pallone d’oro" Johann Cruijff, che toccò il pallone in avanti per Jesper Olsen e segnò sul passaggio di ritorno (Ajax-Helmond 5-0); in Italia, il tocco in avanti fu di Francesco Sanna per Antonio Trudu, che segnò (Torres-Grosseto 5-1, serie C2 girone A).