Salute di sorrisi e canzoni n. 30 ottobre 2001 pag. 13, 30 ottobre 2001
A una certa età («presbis» in greco signica «vecchio») si diventa presbiti, cioè si comincia a vedere male da vicino
A una certa età («presbis» in greco signica «vecchio») si diventa presbiti, cioè si comincia a vedere male da vicino. Se non avete mai avuto problemi di vista, può capitarvi intorno ai 45 anni; se siete già ipermetropi, succederà un po’ prima; se invece il vostro problema è la miopia, vi capiterà qualche anno dopo. In Italia sono stati contati 15 milioni di presbiti, senza grandi differenze tra uomini e donne. La presbiopia non è un difetto dell’occhio, ma un «disturbo dell’accomodazione», dovuto cioè alla riduzione fisiologica della capacità di mettere a fuoco che rende più difficile anche un gesto abituale come leggere un libro o il giornale. La presbiopia è causata soprattutto dalla sclerosi (cioè l’indurimento) delle fibre che agiscono sul cristallino. In genere inizia in forma lieve, tende a peggiorare, ma intorno ai 60-65 anni si stabilizza. Per i presbiti diventa un problema la maggior parte delle attività quotidiane: non solo leggere, ma anche scrivere, cucire, osservare le cose da vicino. E anche il «colpo d’occhio» su un piano di lavoro (dalla scrivania alla cucina) perde chiarezza e precisione. La presbiopia finora era stata corretta solo con gli occhiali bifocali. Ma ormai esistono nuovissime lenti a contatto (ne parliamo nel riquadro a destra) e si può ricorrere anche alla chirurgia refrattiva: il laser a eccimeri interviene nello stesso modo che nell’ipermetropia. Ma non è tutto, ci sono altre novità in arrivo, non solo per chi è presbite: il cristallino «elastico». Le lenti bifocali, correggono il difetto di vista da vicino e da lontano. Ora ci sono anche quelle a contatto (morbide e bifocali o progressive).