Giuseppe Scaraffia su Io Donna del 06/10/01 a pagina 303., 6 ottobre 2001
Sposando Willy, molto più anziano di lei, Colette sapeva cosa l’aspettava: «La libertà mi pesa, l’indipendenza mi sta larga
Sposando Willy, molto più anziano di lei, Colette sapeva cosa l’aspettava: «La libertà mi pesa, l’indipendenza mi sta larga. Quello che stavo cercando da mesi senza rendermene conto era un padrone». Lo stesso con il secondo marito, Henry de Jouvenel, che non esitava a umiliarla in pubblico accusandola di goffaggine amatoria («Tu! Alla tua età, e con il genere di vita che hai fatto, non sai nemmeno scopare!»). Cronicamente infedele, Colette s’ostinava a sedurre uomini e donne, ma in genere i mariti non erano gelosi: a matrimonio ormai in declino, Willy l’incoraggiò ad amoreggiare con la lesbica più famosa del secolo, Missy (la marchesa de Morny), mentre Jouvenel s’irritò solo quando lei si portò a letto il figliastro ventenne (sola in campagna, era rimasta colpita dalla somiglianza del ragazzo con l’inafferrabile marito). L’ultimo matrimonio con Maurice Goudeket, di gran lunga più giovane, si resse invece sulla tolleranza di lei per le infedeltà di lui, giustificate con la differenza d’età.