Andrea Greco, La Macchina del Tempo, n. 10, ottobre 2001 pag. 127, 18 ottobre 2001
Quanto fosse sentita la necessità di proteggere le informazioni, una volta riusciti a fissarle su un supporto durevole, trapela dalla grande varietà di bolli, stampi e sigilli che accompagnarono quasi dal primo istante tutte le corrispondenze
Quanto fosse sentita la necessità di proteggere le informazioni, una volta riusciti a fissarle su un supporto durevole, trapela dalla grande varietà di bolli, stampi e sigilli che accompagnarono quasi dal primo istante tutte le corrispondenze. Solo così si sarebbe potuto certificare che le informazioni contenute in quelle prime comunicazioni commerciali corrispondessero alla realtà. Che fossero, in poche parole, effettivamente garanti della qualità e della quantità delle merci che venivano vendute e acquistate. Per questo i sigilli erano posseduti solo da funzionari autorizzati, che avevano un compito molto simile a quello che adesso viene assolto dai notai. All’inizio i sigilli erano stampi piani, poi si imposero quelli di forma cilindrica. Lasciavano un’impronta inconfondibile e venivano fatti rotolare sull’argilla fresca. Questi strumenti vennero fin dall’inizio utilizzati anche per certificare l’autenticità dei contratti di compravendita. Ma siglare qualcosa, fissare l’appartenenza per sempre, era anche una maniera per affermare la propria potenza. Per questo in Mesopotamia Nabuccodonosor contrassegnò con il suo nome tutti i mattoni cotti nelle fornaci durante il suo regno di Babilonia. Parallelamente, a partire dal quarto Millennio avanti Cristo, nell’antico Egitto si sviluppò la tecnica dei geroglifici. Era un sistema di scrittura che si componeva di tre elementi: gli ideogrammi (in buona sostanza disegni stilizzati), che rappresentavano oggetti o azioni; i fonogrammi, altri segni che rappresentavano i suoni delle consonanti (le vocali venivano rese solo in fase di lettura); infine le tracce, che permettevano di individuare il significato preciso dell’ideogramma (abitualmente ne assumeva diversi a seconda del contesto). Una tecnica così complessa era padroneggiata dagli scriba, una casta a parte della società egiziana. Gli scriba godevano di un particolare prestigio perché la scrittura in Egitto era pervasa da una sacralità che si trasferiva solo su chi ne conosceva i segreti per interpretarla. La scrittura cuneiforme mesopotamica o i geroglifici avevano però un limite: la struttura era tanto complessa e rigida da limitarne la diffusione. Così l’evoluzione della scrittura coincise con la semplificazione, un processo che si è poi replicato incessantemente fino ad oggi. I computer testimoniano da ogni scrivania che più le tecniche diventano raffinate, più sono semplici e utilizzabili dal maggior numero di utenti.