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 2001  ottobre 18 Giovedì calendario

Etichette, certificati di produzione, capienza dei recipienti: nell’antica Roma tutto veniva annotato

Etichette, certificati di produzione, capienza dei recipienti: nell’antica Roma tutto veniva annotato. Su ogni singola, umile tegola spesso c’è scritto chiaro il nome della figlina (la fornace di produzione), si legge il nome dello schiavo o del liberto che l’ha realizzata, quello del proprietario dello stabilimento. Gli artigiani più bravi marchiavano il vasellame che così acquistava maggior valore e dunque poteva essere venduto meglio. Anche ai morti più poveri, seppelliti in un semplice lenzuolo, veniva dedicata una stele, magari incisa rozzamente. In memoria dei defunti più facoltosi venivano lavorate a mano lastre di granito o grossi pezzi di pietre fluviali. In ogni caso, la grande quantità di testimonianze scritte giunte fino a noi dimostra che all’epoca esisteva una percentuale significativa di persone in grado di leggere e scrivere. Anche perché conoscere le lettere, nella società romana, era indispensabile per fare carriera. Ma non è solo l’abbondanza di testimonianze a fornirci la misura del grado di diffusione della scrittura. Anche la raffinatezza funzionale di alcuni strumenti ideati per scrivere spinge alla stessa conclusione. I timbri di bronzo di forma leggiadra utilizzati per lasciare messaggi augurali tipo «Fanne buon uso» (Utere felix) sugli oggetti di uso comune, testimoniano che la scrittura serviva anche a dare consistenza ai sentimenti. Ancora più significative le tavolette cerate su cui i romani scrivevano appunti. Questi block notes di duemila anni fa erano comodi ed economici. Generalmente erano composti da due tavolette in legno incardinate sul dorso. Aprendole come un libro si aveva a disposizione una doppia superficie coperta di cera su cui incidere appunti con apposite penne, munite da una parte di una punta acuminata e dall’altra di una spatolina per pareggiare la cera quando si voleva cancellare. Da allora, sembra suggerire la mostra, poco è cambiato. Si sono affermate altre tecnologie capaci di trasmettere il nostro pensiero, ma si continua a scrivere, sempre di più. Perché è con il segno che noi umanizziamo la realtà. La interpretiamo continuamente, lasciando una traccia indelebile del nostro passaggio.