Martin Brookes, "La genetica", Editoriale Scienza pag. 52, 182; Kevin Davies, "Il codice della vita", Mondadori pag. 65, 73., 18 ottobre 2001
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Cromosoma X – Nell’homo sapiens la ventitreesima coppia di cromosomi è formata da due x nelle femmine, da un x e un y nei maschi
Cromosoma X – Nell’homo sapiens la ventitreesima coppia di cromosomi è formata da due x nelle femmine, da un x e un y nei maschi. Nei maschi qualsiasi gene presente sul cromosoma x dispiega liberamente i suoi effetti perché non ha un gene parallelo a contrastarlo sul cromosoma gemello [Martin Brookes, 52]. «Nel 1993 il dottor Dean Hamer, negli Usa, pubblicò uno studio in cui illustrava come l’omosessualità maschile in certe famiglie fosse ricorrente. Aveva riscontrato che l’incidenza dell’omosessualità tra i fratelli di uomini risaputamente gay era più elevata, quasi fosse una componente ereditaria. E anche gli zii e i cugini materni dei maschi omosessuali mostravano un’incidenza dell’omosessualità elevata, il che indicava che l’influenza genetica era associata con il cromosoma x". Hamer smentì poi i giornali che avevano sbrigativamente annunciato la scoperta del gene dell’omosessualità, osservando "che aveva solo scoperto una componente genetica dell’orientamento sessuale di alcuni uomini» [Martin Brookes, 182]. Il gene responsabile dell’irsutismo (lupo mannaro) sta sul cromosoma x. Nelle donne che soffrono della malattia l’irsutismo è meno accentuato grazie al secondo cromosoma x che nasconde parzialmente l’effetto del primo. Esempio della famiglia di Zacadecas in Messico [Kevin Davies, 65]. «Su un segmento del braccio lungo del cromosoma x, detto xq28, sono state localizzate decine di malattie genetiche» [Kevin Davies, 73]. Vedi anche Mascolinità, Omosessualità.