Marcello Buiatti, "Le biotecnologie", Il Mulino pag. 44, 18 ottobre 2001
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Ibrido – Il risultato di incroci fra linee diverse della stessa specie, normalmente interfeconde, o anche tra soggetti di specie diverse
Ibrido – Il risultato di incroci fra linee diverse della stessa specie, normalmente interfeconde, o anche tra soggetti di specie diverse. «L’incrocio fra specie diverse affini è attuabile solo nel caso delle piante e si basa sull’incocio di specie diverse ma capaci di fecondarsi fra loro. Anche nel caso degli animali si possono ottenere, raramente, figli da individui appartenenti a specie diverse (ad esempio i muli e i bardotti sono derivati da incroci fra cavalli e asini), ma questi inevitabilmente sono sterili. Nelle piante invece durante tutta l’evoluzione specie diverse, unendosi spontaneamente, hanno dato origine a specie nuove. Per fare qualche esempio, il grano che usiamo per fare la pasta è una specie derivata da altre due, quello per il pane addirittura da tre. Il tabacco è il risultato della fecondazione tra due specie, la patata da due o più di due. Il granturco stesso (il mais) è derivato anch’esso da un incrocio seguito da una serie di reincroci. La prima specie prodotta fu un incrocio fra il cavolo e il ravanello; a questo seguirono altri tentativi, tanto che Franklin Delano Roosevelt, in un famoso discorso dei primi anni ’40 del Novecento, affermò che il problema della fame sarebbe stato rapidamente risolto perché si era scoperto come produrre nuove specie vegetali le cui caratteristiche produttive erano molto migliorate (...) Sta di fatto che il primo serio tentativo di produre una nuova specie utile mediante la ibridazione fra specie diverse, merito dello svedese Arne Muntzing, fu lanciato negli anni ’20 incrociando il grano con la segale per dare al primo la resistenza al freddo della seconda, ma il prodotto che ne derivò, il cosiddetto ”triticale”, fu pronto per essere usato solo negli anni ’60» [Marcello Buiatti, 44].