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 2001  ottobre 18 Giovedì calendario

Ingegneria genetica – «Il trasferimento di un gene da un organismo a un altro per la produzione di una e una sola molecola» [Marcello Buiatti, 51]

Ingegneria genetica – «Il trasferimento di un gene da un organismo a un altro per la produzione di una e una sola molecola» [Marcello Buiatti, 51]. «Ingegneria genetica è il termine più corretto per definire le cosiddette nuove biotecnologie o biotecnologie avanzate. Infatti, come abbiamo detto nella premessa, le biotecnologie comprendono tutte quelle tecnologie che usano esseri viventi per la produzione, inclusa l’agricoltura in quanto tale. Il singificato profondo di questa denominazione sta proprio nella paroola ingegneria. Gli ingegneri (quelli veri) hanno come obiettivo la progettazione di una serie di oggetti (macchine, strade, ponti, edifici ecc.) di cui poi attuano la costruzione. Questa viene effettuata ”assemblando” uno a uno pezzi appositamente modellati, in modo da essere adattabili uno all’altro. Di queste operazioni un ingegnere può e deve seguire tutto il percorso, perché è in grado di prevedere e calcolare il risultato di ognuna di loro, dato che il progetto e i pezzi da assemblare li ha di fatto costruiti tutti lui. Tanto è vero che, una volta assemblata, una macchina non è in grado di cambiare da sola il proprio progetto, che quindi si degrada nel tempo, Parlare di ingegneria genetica quindi significa implicitamente considerare gli esseri viventi come fossero macchine costruite secondo un progetto, depositato nel Dna, i cui ”pezzi” (i geni) sono indipendenti fra loro e arbitrariamente sostituibili una volta che ne sia conosciuta la funzione. Non a caso, negli anni ’80, quando nel nostro paese si cominciava a parlare di ingegneria genetica, capitava che uno studente chiedesse se per apprendere queste tecnologie, allora nuovissime, si dovesse frequentare la facoltà di ingegneria. Le tecniche di ingegneria genetica permettono di isolare un gene che possiede l’informazione necessaria per fare una proteina e poi di inserirlo nel patrimonio ereditario di un organismo diverso dal ”donatore”. La diversità di questo tipo di operazione dalle tecniche tradizionali di miglioramento genetico sta nel fatto che, in questo caso, viene inserito un solo gene e soprattutto che il trasferimento può avvenire fra specie che non si potrebbero in alcun modo incrociare naturalmente» [Marcello Buiatti, 52-53].