Salute di sorrisi e canzoni n. 30 ottobre 2001 pag. 38, 30 ottobre 2001
Felice quel giorno del 1925 in cui Clarence Birdseye, naturalista americano, dopo aver studiato per anni le abitudini degli Esquimesi, ha inventato il congelatore: finiva allora, senza troppi rimpianti, il tempo dell’appuntamento quotidiano con la spesa
Felice quel giorno del 1925 in cui Clarence Birdseye, naturalista americano, dopo aver studiato per anni le abitudini degli Esquimesi, ha inventato il congelatore: finiva allora, senza troppi rimpianti, il tempo dell’appuntamento quotidiano con la spesa. Alzi la mano chi, anche fra i patiti delle verdure appena raccolte e della carne macellata di fresco, non ha in casa un apparecchio per la congelazione dei cibi. Stando alle statistiche dell’Istituto italiano alimenti surgelati (Isias), l’85% delle famiglie italiane ne possiede uno. E lo usa con regolarità: le previsioni sui consumi nazionali per quest’anno parlano di 700.000 tonnellate di surgelati. L’errore più comune è, però, confondere congelazione e surgelazione. «I due procedimenti», spiega Mario Pretti, presidente dell’Isias, «sono molto diversi. Nel primo caso gli alimenti passano dalla temperatura ambiente al ”sottozero”: è quello che accade a casa quando congeliamo, per esempio, del pane o del pesce fresco. La surgelazione, invece, è un processo industriale regolato da una legge del 1992: si ottiene esponendo i cibi a temperature di circa -50 gradi e conservandoli, poi, intorno ai -20».