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 2001  ottobre 23 Martedì calendario

«E’

solo pigrizia». L’avete detto e pensato più volte. Soprattutto quando vi aspettavate che lui prendesse l’iniziativa, per una serata fuori programma o per ritrovare l’armonia di un tempo sotto le lenzuola. Forse potrebbe esserci dell’altro. Niente di irreparabile, sia chiaro. Ma ai primi sintomi è il caso di correre ai ripari, per evitare che diventi una cosa normale e soprattutto per non assestare troppi colpi alla vostra autostima: è naturale che, all’ennesimo rifiuto, potreste cominciare a sentirvi poco attraenti e non desiderate.
«La prima distinzione da fare», dice la psicoterapeuta Marinella Cozzolino dell’Associazione italiana sessuologia clinica di Roma, «è quella tra pigrizia sessuologica e pigrizia comportamentale. Si può essere svogliati a letto, tanto da vivere la sessualità come un impegno abitudinario, e pigri mentalmente, senza nessun entusiasmo per la vita. Due comportamenti che spesso convivono. Bisogna capire quali sono le cause dell’’assopimento” del partner. E questo lo si può fare solo parlandone. Senza falsi pudori, con assoluta semplicità». Non è necessario dirsi «ti amo» in cima al Monte Bianco, per restituire brivido ed entusiasmo al rapporto. Occorre piuttosto passare attraverso tre fasi differenti. Il primo passo è verificare la coppia. «Bisogna capire esattamente», continua Cozzolino, «quanto sia importante per entrambi stare insieme». Se alla base le motivazioni sono forti, ci sono tutti i numeri per superare il momento di stasi e per dirsi a cuore aperto ciò che non va.
La seconda tappa passa attraverso il racconto. «L’abitudine a confessarsi non va persa. Consiglio di concedersi un quarto d’ora al giorno per raccontare all’altro tutto quello che è successo durante il giorno. Mentre uno parla, l’altro deve rimanere in religioso silenzio. In questo modo ciò che si racconta viene circoscritto nel momento stesso in cui viene detto e non ci si pensa più». Nell’ultima fase, si scarica ogni risentimento. «Uno dei motivi che ha reso il partner pigro può dipendere da un forte senso di rabbia mai confessato» dice ancora la psicoterapeuta «magari nei confronti della stessa compagna. I motivi dell’arrabbiatura possono essere diversi: un matrimonio non voluto, ad esempio. Insomma, la rabbia va scaricata: dichiarandola, o dedicandosi all’esercizio fisico. Magari proprio insieme al partner».