Romeo Bassoli su Il Messaggero del 25/10/01 a pagina 25., 25 ottobre 2001
Stephen Buckley e Richard Evershed, ricercatori inglesi del Centro di Biogeochimica dell’Università di Bristol, hanno spiegato al settimanale scientifico "Nature" la chimica alla base delle imbalsamazioni
Stephen Buckley e Richard Evershed, ricercatori inglesi del Centro di Biogeochimica dell’Università di Bristol, hanno spiegato al settimanale scientifico "Nature" la chimica alla base delle imbalsamazioni. I due hanno analizzato una collezione di 14 mummie egizie (dal 1900 avanti Cristo al 395 dopo Cristo) utilizzando tecniche non distruttive. Risultato: gli imbalsamatori non utilizzavano le costose resine profumate provenienti dalle conifere, ma ricorrevano a olii vegetali e grassi animali, più economici e facilmente reperibili sul mercato. Questi composti, inoltre, avevano il vantaggio di prosciugare con maggiore efficacia i tessuti dei cadaveri. Secondo i due ricercatori, le ricette per l’imbalsamazione variavano nel tempo sulla base dell’esperienza acquisita e dei materiali disponibili. Tra quelli più usati, oltre ai grassi di origine animale, sali, olio di cedro e di canfora, vino di palma, mirra, miele e a volte bitume e petrolio.