F.T. su Il Messaggero del 30/10/01 a pagina 18., 30 ottobre 2001
La regina Zenobia (III secolo d. C.), carnagione scura, occhi neri, denti bianchissimi, «voce armoniosa ma forte, atta al comando», si vantava di discendere dai re macedoni dell’Egitto
La regina Zenobia (III secolo d. C.), carnagione scura, occhi neri, denti bianchissimi, «voce armoniosa ma forte, atta al comando», si vantava di discendere dai re macedoni dell’Egitto. Conosceva perfettamente il greco, l’aramaico, il latino e l’egiziano, era allieva del filosofo Longino. Alla morte del marito Odenato (comandante militare e governatore delle province d’Oriente) pretese titoli imperiali per se stessa e per i figli e allargò i suoi possedimenti fino all’Egitto e all’Asia Minore. L’imperatore Aureliano, infastidito da tanta intraprendenza, attaccò la città di Palmira, dove risiedeva la regina, e la espugnò. Zenobia fu costretta a sfilare per le vie di Roma come trofeo di guerra, i piedi incatenati a ceppi d’oro. L’imperatore scrisse di lei: «Coloro che dicono che ho sconfitto solo una donna, non sanno chi fosse questa donna, né quanto fosse risoluta». La fine della regina non è chiara, per alcuni morì dopo la cattura, per altri sposò un nobile romano e trascorse il resto della sua vita a Villa Adriana (Tivoli).