Tullio Kezich, ìDino De Laurentiis, la vita e i film î, Feltrinelli., 30 ottobre 2001
«Soraya era in Italia e la stampa non parlava che di lei. Considerando la sua notorietà, pensai che si poteva provare a farne una diva
«Soraya era in Italia e la stampa non parlava che di lei. Considerando la sua notorietà, pensai che si poteva provare a farne una diva.Vediamo se mi riesce di convincerla, mi dissi, e andai a parlarle. Dopo una breve resistenza, si arrese: ”Prima però mi dovrei convincere che posso recitare". Benissimo, facciamo un provino. Quando la voce circolò, a Dinocittà ci trovammo letteralmente assediati da giornalisti e paparazzi. Una sera dopo cena dissi alla principessa di tornarsene a casa: ”I fotografi penseranno che vai a dormire. Verso l’una e mezzo mando qualcuno a controllare la situazione e se la via è libera vengo e ti riporto allo stabilimento ”. Così avvenne. Dovetti però improvvisare tutto. Pensavo: ”Non ho un partner da affiancarle, non ho un copione, che faccio?” . Poi mi sono ricordato di Anna Magnani in ”La voce umana ”, le ho messo in mano un telefono e ho detto: ”Vediamo come te la cavi ”. Improvvisammo e venne un provino bellissimo, che la convinse a tentare con il cinema. Le feci firmare un contratto con un’opzione per i due titoli successivi, che poi non esercitai. Perché il film non andò come avevo sperato. A ben vedere il problema della cosiddetta ”principessa triste ” era uno solo, l’assenza del carisma della star. Donna molto bella, certo, elegante, di classe, tutto quello che vogliamo. Ma ci sono figure che letteralmente escono dallo schermo e altre che invece rimangono solo immagini belle da guardare».