Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  novembre 02 Venerdì calendario

Jakov. Stalin chiamò il primo figlio Jakov. Nel ’28 Jakov, il padre opponendosi al suo matrimonio con una Zoja di Leningrado, si sparò nella cucina dell’appartamento del Cremlino, senza però riuscire a uccidersi

Jakov. Stalin chiamò il primo figlio Jakov. Nel ’28 Jakov, il padre opponendosi al suo matrimonio con una Zoja di Leningrado, si sparò nella cucina dell’appartamento del Cremlino, senza però riuscire a uccidersi. Stalin, furibondo: "Che se ne vada a vivere dove vuole, che se ne vada a stare con chi vuole". Jakov sposò Zoja e la lasciò poco dopo (c’era di mezzo una figlioletta morta di pochi mesi), tornò a Mosca e si riconciliò col padre. Fatto prigioniero dai tedeschi nel ’41, ecco che tutti lo tormentano perché figlio di Stalin: vengono distribuiti volantini dove si dice che si è arreso spontaneamente, la Gestapo lo interroga tutti i giorni, i fotografi fascisti e nazisti non fanno che scattargli istantanee finché, dopo un tentativo di fuga, viene trasferito a Sachsenhausen. Qui, il 14 aprile del ’43, si rifiuta di rientrare in baracca e si dirige – parrebbe apposta per farsi sparare – verso la zona interdetta. Gli sparano. Il corpo, spinto dalle pallottole, si brucia contro il reticolato ad alta tensione (il cadavere sarà incenerito in un forno del campo).