Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  novembre 02 Venerdì calendario

Marziani. Con l’intento di celebrare Orson Welles e la sua nota trasmissione radiofonica dedicata all’invasione dei marziani (30/10/1938: la gente credette che fosse tutto vero, folle si riversarono nelle strade, il paese visse una notte di panico) la Cbs decise tre anni fa di mandare in onda un nuovo spettacolo di fiction, stavolta diffuso attraverso la tv

Marziani. Con l’intento di celebrare Orson Welles e la sua nota trasmissione radiofonica dedicata all’invasione dei marziani (30/10/1938: la gente credette che fosse tutto vero, folle si riversarono nelle strade, il paese visse una notte di panico) la Cbs decise tre anni fa di mandare in onda un nuovo spettacolo di fiction, stavolta diffuso attraverso la tv. Il genere era lo stesso della Guerra dei mondi – alieni che invadono la Terra, stavolta la California – lo stile era giornalistico: cronaca in diretta, interviste ai testimoni, appelli alle autorità. Per dissipare ogni dubbio, si fece apparire sullo schermo a intervalli regolari la scritta in sovrimpressione: "Nulla di ciò che vedete sta realmente accadendo". Inoltre lo spettacolo era interrotto dalla pubblicità. Tuttavia, con grande sorpresa degli stessi programmatori, decine di migliaia di telefonate raggiunsero l’emittente, mentre in molte città della California le strade si riempirono di colonne di auto in fuga. "La potenza delle immagini in diretta aveva soverchiato il potere della scritta in sovrimpressione che invitava, con cadenza regolare, a non credere ai propri occhi. Nell’era della ”marmellata elettronica”, era stato giudicato evidentemente irrilevante il fatto che anche quella drammatica diretta fosse intervallata, di tanto in tanto, dalla pubblicità: segno che, per il senso comune, è lecito prevedere che anche la fine del mondo sia interrotta dagli spot".