Martinez Tomàs Eloy, Santa Evita, Mondadori 1997, 2 novembre 2001
Per molta gente, toccare Evita era come toccare il cielo. Almeno cento gli oggetti usati, baciati o toccati dalla Dama dei descamisados (il termine che designava i poveri tanto amati da Evita per il fatto che portavano la camicia fuori dai pantaloni) che sono serviti a fomentarne il culto
Per molta gente, toccare Evita era come toccare il cielo. Almeno cento gli oggetti usati, baciati o toccati dalla Dama dei descamisados (il termine che designava i poveri tanto amati da Evita per il fatto che portavano la camicia fuori dai pantaloni) che sono serviti a fomentarne il culto. Tra questi: il canarino imbalsamato che Evita regalò al dottor Campora quando era presidente della Camera dei Deputati; la macchia di rossetto che lasciò su una coppa di champagne durante una serata di gala al teatro Colón, prima di partire per l’Europa; il flacone di Gomenol che il professore Américo xCali comprò nel 1936; i ciuffi di capelli che le vennero tagliati quando morì. Ancora oggi si vendono ciocche in alcune gioiellerie del centro di Buenos Aires; una vestaglia bianco sporco con scollo a V e maniche corte.