Martinez Tomàs Eloy, Santa Evita, Mondadori 1997, 2 novembre 2001
Alla caduta di Peron, nel 1955, i nuovi padroni dell’Argentina sono ossessionati dalla salma di Evita
Alla caduta di Peron, nel 1955, i nuovi padroni dell’Argentina sono ossessionati dalla salma di Evita. L’obiettivo che si prefiggono è di farla sparire (assieme alle tre copie fatte dall’imbalsamatore) per impedire che il popolo possa continuare a venerarla. Ma il trafugamento del corpo si tinge di giallo. Le menti del colonnello Moori Koenig e del maggiore Edurdo Arancibia non reggeranno allo strano incantesimo che aleggia attorno alla salma di Evita. Il primo si trasformò in un mistico e morì senza sapere che non aveva seppellito Evita, ma una copia, il secondo si suicidò. Moori Koenig avrebbe evitato per sempre la parola ”evita”. «L’avrebbe chiamata Cavalla, Puledra, Serpe, Scarafaggio, Friné, Estercita, Milonguita, Butterfly: avrebbe usato uno qualsiasi dei nomi che circolavano, ma non quello proibito, non quello che stillava disgrazia sulle vite che lo invocavano. La morte è vita, Evita, ma anche Evita è morte».