Eugenia Romanelli su L’Unit del 02/11/01 a pagina 5, 2 novembre 2001
Per sfuggire ai divieti del regime talebano, i ragazzi di Kabul si incontrano clandestinamente nel deserto, organizzano tornei di Kick-boxing, giocano con fucili ad aria compressa
Per sfuggire ai divieti del regime talebano, i ragazzi di Kabul si incontrano clandestinamente nel deserto, organizzano tornei di Kick-boxing, giocano con fucili ad aria compressa. Nelle case private, ascoltano la radio e ballano, fumano sigarette occidentali e hashish, giocano a carte e a scacchi, guardano film occidentali e video pornografici. Abdul, 20 anni, studente di Ingegneria all’Università di Kabul: «Rischiamo la vita, ma l’alternativa sarebbe non vivere. Certo, ho paura, ma non posso pensare di crescere senza leggere un libro, disegnare o cantare... Abbiamo l’obbligo di pregare cinque volte al giorno, di indossare kaftano e turbante. Se ci trovano a bere un succo di mango durante l’ora della preghiera, ci frustano e ci radono i capelli».