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 2001  novembre 03 Sabato calendario

«Tutta la verità sul caso Longari, questo chiediamo. Non si possono infrangere così impunemente i miti della tv, senza prima aprire gli archivi agli storici, senza proporre una commissione di saggi (gli stessi tre, magari, che si dovranno occupare di Tangentopoli), senza sottoporre la cronaca al vaglio del revisionismo! Una consolidata tradizione giornalistica e popolare vuole che la signora Giuliana Longari, concorrente del «Rischiatutto», sia caduta su una domanda ornitologica; di qui la famosa esclamazione di Mike Bongiorno: «Ahi, ahi signora Longari, lei mi cade sull’uccello!»

«Tutta la verità sul caso Longari, questo chiediamo. Non si possono infrangere così impunemente i miti della tv, senza prima aprire gli archivi agli storici, senza proporre una commissione di saggi (gli stessi tre, magari, che si dovranno occupare di Tangentopoli), senza sottoporre la cronaca al vaglio del revisionismo! Una consolidata tradizione giornalistica e popolare vuole che la signora Giuliana Longari, concorrente del «Rischiatutto», sia caduta su una domanda ornitologica; di qui la famosa esclamazione di Mike Bongiorno: «Ahi, ahi signora Longari, lei mi cade sull’uccello!». Dagli anni ’70 in poi, la battuta è stata ripetuta più volte, è stata usata in mille gag e Mike non l’ha mai smentita, anzi. Adesso, in una fase di tardo ravvedimento, gli interessati negano. Invitati nell’amabile salotto di Iva Zanicchi, Mike e la Longari hanno sostenuto che quelle parole non sono mai state pronunciate e, in pratica, mi hanno dato del fesso (come riportato ieri giustamente da Libero ). Forse hanno ragione, eppure sarebbe così facile controllare: se solo la Rai mettesse a disposizione la puntata incriminata, e se questa ancora esiste. Perché nel mio archivio, alla voce «Rischiatutto», ho almeno una decina di ritagli di giornale che riportano la celebre frase. E, prudentemente, nell’ultima edizione della «Storia della televisione», dopo aver accreditato alla signora Longari, fra le tante, la versione meno volgare e più gentile (l’uccello era quello di fuoco di Stravinskij) ho scritto: «Secondo i diretti interessati l’episodio non sarebbe mai accaduto: leggende metropolitane?». L’aspetto più interessante della vicenda è proprio questo: se la frase non è stata detta, com’è nata la favola della strepitosa gaffe? Che il direttore delle Teche Rai, Barbara Scaramucci, ci aiuti a svelare questo inquietante mistero! Ne daremo qui subito conto» (Aldo Grasso).