Carlo M. Cipolla, ìConquistadores, pirati, mercatanti. La saga dellíargento spagnuoloî, Il Mulino 1997, 5 novembre 2001
Ma, verso la metà del XVIII secolo, i dirigenti delle Compagnie delle Indie risolsero per sempre il problema della loro bilancia dei pagamenti con l’Oriente grazie all’oppio
Ma, verso la metà del XVIII secolo, i dirigenti delle Compagnie delle Indie risolsero per sempre il problema della loro bilancia dei pagamenti con l’Oriente grazie all’oppio. Ne portarono in Cina una piccola quantità e poi sempre di più. L’argento ispano-americano che era giunto fino all’Impero celeste tornò in Europa. Un funzionario cinese annotò tristemente: «Il Celeste Impero permette la vendita di tè e di rabarbaro che servono a tenere in vita i popoli di quelle nazioni che sono tanto numerosi da poterne contare 10.000 volte 10.000: tuttavia questi stranieri non dimostrano alcuna gratitudine, ma contrabbandano invece l’oppio che avvelena il paese; quando il cuore riflette su questa condotta ne è disturbato e, quando la ragione la considera, la trova irrazionale».