Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  novembre 03 Sabato calendario

«Nelson Salvarani, il presidente della corte dice che tutte le malattie causate dal Cvm (cloruro di vinile monomero, il prodotto base per la plastica) "sono riconducibili alle molto elevate esposizioni" di anni lontani, che allora non c’ erano leggi severe, che da quando i risch i di quella produzione sono stati accertati "prima Montedison e poi Enichem realizzarono tempestivamente gli interventi sugli impianti" necessari a salvare la vita ai lavoratori

«Nelson Salvarani, il presidente della corte dice che tutte le malattie causate dal Cvm (cloruro di vinile monomero, il prodotto base per la plastica) "sono riconducibili alle molto elevate esposizioni" di anni lontani, che allora non c’ erano leggi severe, che da quando i risch i di quella produzione sono stati accertati "prima Montedison e poi Enichem realizzarono tempestivamente gli interventi sugli impianti" necessari a salvare la vita ai lavoratori... "Tutti moriamo, un giorno o l’ altro. Anche lei. Oppure crede d’ essere immortale?", insiste l’ avvocato Massimo Dinoia sfidando sarcastico il cronista sottomano. Anche Ennio Simonetto sapeva di dover morire. Ma forse avrebbe voluto arrivare a 53 anni. Al Petrolchimico lavorava alle autoclavi. Cioè a quelle specie di enormi pentoloni dove le sostanze letali venivano «bollite» per fare il Cvm. E dopo aver seguito la lavorazione lui e gli altri entravano nel pentolone per togliere le croste come si faceva una volta con la polenta raschiando la pignatta. Così pericolosa era, quella maledetta operazione svolta tra odori nauseabondi spesso senza maschera, che i poveracci battevano sulle pareti con martelli di bronzo perché non partisse la scintilla e non saltasse in aria tutto. Al processo i parenti e gli avvocat i, dopo averlo pianto, han dovuto difendere Ennio anche nella figura morale. Spiegare che no, il cancro non gli era venuto dalle cicche perché non fumava per niente. E neanche la cirrosi gli era venuta dal bere perché beveva in modo moderato, tre bicchieri a pasto. E raccontare che aveva passato gli ultimi mesi dentro e fuori dagli ospedali per una broncopolmonite e poi un tumore al fegato e poi un angiosarcoma. E mentre si spegneva rantolando, nelle ultime settimane gli mandavano a casa il medico fiscale perché pensavano facesse il furbo. E intanto l’ ingegner Angelo Sebastiani, per il quale Casson avrebbe chiesto inutilmente 4 anni di carcere, si lagnava col Gazzettino di questi operai che "sono degli scansafatiche", "assenteisti", "vagabondi" » (Gian Antonio Stella).