Arrigo Petacco, ìLíArchivio segreto di Mussoliniî, Mondadori, 1997, 6 novembre 2001
Mussolini, a ragion veduta, correggeva e controllava personalmente tutti gli scritti che i vari esponenti del regime gli sottoponevano
Mussolini, a ragion veduta, correggeva e controllava personalmente tutti gli scritti che i vari esponenti del regime gli sottoponevano. Ecco alcuni esempi delle opere letterarie dei ”ras” e delle correzioni del duce trovati fra le carte dell’archivio privato. Dalle bozze del Diario di Balbo: l’autore scrive «Non si può combattere senza averne la certezza assoluta», Mussolini sottolinea con la matita rossa e postilla: «certezza di che cosa»? Ancora Balbo, «La ambizione di sorprenderlo facendo più di quanto si aspetta», annotato dal correttore con «Meglio il congiuntivo: di più di quanto egli si aspetti». Poi «Qualcuno ha rifiutato la tessera: sono i più tiepidi», che Mussolini sottolinea e annota con «E la consecutio temporum»? Un libro di Pietro Badoglio sulla guerra d’Etiopia ha molte pagine ridotte ad un cimitero di croci rosse e blu, mentre un testo del maresciallo Emilio De Bono scritto per la rivista ”Gerarchia” è giudicato dal duce revisore ”impubblicabile”; la ragione è comprensibile, al suo interno si leggono frasi come «Non è facile impresa, ma ci si riesce. E’ più difficile tenere lontani i menagramo che ce ne sono ancora tanti in giro che lo fanno per mestiere».