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 2001  novembre 06 Martedì calendario

Autunno 1932. Kurt Suckert, alias Curzio Malaparte, vive a Parigi in Quai de l’Horologe. Non è un fuoriuscito e gli esuli autentici lo guardano con sospetto perchè nessuno ha dimenticato i suoi trascorsi fascisti

Autunno 1932. Kurt Suckert, alias Curzio Malaparte, vive a Parigi in Quai de l’Horologe. Non è un fuoriuscito e gli esuli autentici lo guardano con sospetto perchè nessuno ha dimenticato i suoi trascorsi fascisti. Ma ”la migliore penna del fascismo” come lo aveva definito Piero Gobetti è in disgrazia presso il regime: un anno prima è stao cacciato dalla direzione della ”Stampa” ed anche da Torino, con foglio di via quale ”indesiderabile”. Motivo è stato il suo costante rifiuto a far ricorso alle ”veline” (termine nato in quegli anni) di Palazzo Venezia. Dalla Francia Malaparte invia lettere infuocate contro il suo ex amico e protettore Italo Balbo, che ritiene responsabile del licenziamento. «La verità è che ormai lo spirito rivoluzionario di Balbo è andato a farsi benedire. Italo è ingrassato, non solo fisicamente. Sarebbe un buon ministro di Luigi Filippo...» scrive in una lettera a Quilici, direttore del ”Corriere Padano” di Ferrara, il giornale di Balbo, e ancora «L’amicizia di Balbo ha sempre fatalmente una ragione di complotto. E io sono contrario in modo assoluto a qualunque successore. (...) Al suo rivoluzionarismo io non credo. Non credo all’avvenire degli uomini grassi. E se fosse magro gli occorrerebbe un’altra testa e un altro cuore...» Le lettere di Malaparte finiscono regolarmente sul tavolo di Balbo che il 7 giugno del 1933 comunica la sua decisione a Mussolini con un telegramma: «Duce, prima di partire per la seconda crociera atlantica ho denunciato al Tribunale Speciale Kurt Erik Suckert». Ad ottobre dello stesso anno Malaparte, ignaro di tutto, viene arrestato a Roma su segnalazione di Balbo a Mussolini; inviato al confino alle isole Lipari, di lì a qualche mese, grazie all’amico Ciano, sconterà il confino nella sua villa di Forte dei Marmi.