Arrigo Petacco, ìLíArchivio segreto di Mussoliniî, Mondadori, 1997, 6 novembre 2001
Fra il Duce e Starace c’è una certa sintonia, trascorrono insieme intere ore chini sui modelli di nuove divise come una coppia di moderni stilisti, insieme ideano la campagna contro la ”donna-crisi”, la donna robusta e di seno prosperose fattrice di italiani, come piace a Mussolini
Fra il Duce e Starace c’è una certa sintonia, trascorrono insieme intere ore chini sui modelli di nuove divise come una coppia di moderni stilisti, insieme ideano la campagna contro la ”donna-crisi”, la donna robusta e di seno prosperose fattrice di italiani, come piace a Mussolini. Starace pecca d’eccesso di zelo quando dopo la conquista d’Etiopia del 1936 propone di integrare il ”saluto al duce” nella formula ”Salutate nel Duce il fondatore dell’Impero” alla quale si risponderà con il canonico ”A noi!”. Mussolini commenta: ”Invece di A noi! vien voglia di rispondere Amen ”. Il Duce lusingato accetterà il nuovo saluto anche se riderà di gusto quando gli riferiranno la storiella che circola secondo al quale Starace incapace di mandare a memoria la formula se la scriverebbe sul palmo della mano. Verrà invece rifiutata la proposta di far concludere ogni lettera con ”Viva il Duce”, sul modello dell’ ”Heil Hitler!” tedesco: si ritiene che dopo una lettera di condoglianze o di licenziamento non sia conveniente una tal conclusione.