Arrigo Petacco, ìLíArchivio segreto di Mussoliniî, Mondadori, 1997, 6 novembre 2001
Starace invierà a Mussolini infinite lettere piene di dolore e dal tono patetico dell’amante tradito
Starace invierà a Mussolini infinite lettere piene di dolore e dal tono patetico dell’amante tradito. Questi sfoghi non avranno mai risposta. Durante e dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 Starace passa inosservato, e invece di approfittarne si reca senza indugio a Salò per ”offrire il suo braccio” al Duce, che nemmeno stavolta vuol riprenderlo con sè. Per i cupi fascisti di Salò l’ex ”coreografo del regime” è una figura anacronistica, sarà arrestato ed internato, nonostante ciò continuerà a scrivere lettere a Mussolini, nelle quali tenta, pur di convincere il suo amato capo, anche la carta della scaramanzia, dicendogli che la sua nomina a segretario del partito coincise con il momento più alto dell’impero e del fascismo e che quindi potrebbe essere di buon auspicio una sua reintegrazione. Starace rivedrà il ”suo” Duce solo il 29 aprile del 1945, appeso a testa in giù al distributore di benzina di Piazzale Loreto. L’ex gerarca è stato arrestato dai partigiani il giorno prima con indosso una vecchia tuta da ginnastica, sarebbe potuto facilmente fuggire ma forse non si rendeva pienamente conto di ciò che stava accadendo. Quando qualcuno gli dice, irridendolo, ”Saluta il tuo Duce”, senza un attimo di esitazione scatta sull’attenti e leva il braccio teso nel saluto romano, poi con la faccia al muro, nell’attesa della scarica di pallottole dirà al plotone d’esecuzione: ”Per favore, fate presto”.