Mario Baudino su Specchio del 03/11/01 a pagina 98., 3 novembre 2001
Nelle pitture rupestri, gli uomini preistorici sono raffigurati senza barba: secondo gli archeologi, per radersi usavano utensili di pietra e le valve affilate delle conchiglie
Nelle pitture rupestri, gli uomini preistorici sono raffigurati senza barba: secondo gli archeologi, per radersi usavano utensili di pietra e le valve affilate delle conchiglie. Il rasoio più antico, a forma di coltellino ricurvo, si trova al Louvre, viene dall’Egitto e risale al 3000 avanti Cristo. Furono gli Etruschi a inventare quello a forma di luna, che consentiva di seguire meglio i contorni del viso. Gli egiziani, sempre glabri (la barba era sinonimo di straniero), usavano però barbe posticce, appiccicandole sulla punta del mento. A Roma la prima bottega di barbiere aprì nel 300 avanti Cristo: si ignora il nome del proprietario, secondo lo storico Marrone un siciliano chiamato in città dal nobile Publio Licinio Mena. Dopo d’allora a Roma le botteghe sorsero numerose: Giovenale, in una delle molte invettive contro gli schiamazzi, si lamenta delle urla dei clienti dei "tonsores" che si levano da ogni angolo della città. I barbieri, infatti, svolgevano all’occorrenza mansioni di chirurgo, e tra una barba e l’altra cavavano denti, praticavano salassi, incidevano ascessi, cauterizzavano ferite e così via, in una mescolanza di ruoli che si protrasse per quasi venti secoli: in Francia la corporazione dei barbieri chirurghi fu sciolta solo nel 1718, mentre in Italia le due categorie rimasero unite fino agli inizi dell’Ottocento. Tracce di questo doppio mestiere si ritrovano nella tipica insegna, il cilindro verticale a strisce trasversali colorate: rosso per le arterie, blu per le vene, bianco per le bende con le quali fasciare le parti incise.