Eva Cantarella e Luciana Jacobelli, Un giorno a Pompei, Electa Napoli., 6 novembre 2001
Una delle attrattive delle locande pompeiane erano i giochi d’azzardo, proibiti dalla legge, al pari delle scommesse
Una delle attrattive delle locande pompeiane erano i giochi d’azzardo, proibiti dalla legge, al pari delle scommesse. I più diffusi: gli ”astragali”, ossicini del piede di un ovino che, una volta lanciati in aria, dovevano essere ripresi con il dorso della mano (chi non riusciva a prenderli tutti, doveva raccogliere quelli a terra senza far cadere quelli in equilibrio sulla mano); i dadi, in osso, numerati da uno a sei, venivano lanciati in terra da un bussolotto (’fritillus”), vinceva chi avesse ottenuto il punteggio più alto, o chi avesse puntato sul risultato pari o dispari dei numeri usciti (secondo il gioco romano’par et impar”).