Eva Cantarella e Luciana Jacobelli ìUn giorno a Pompeiî, Electa Napoli., 6 novembre 2001
I culti privati venivano celebrati nelle case dai ”patresfamilias. Il più importante, quello per i defunti (detti ”Manes”, i Mani), le cui anime si riteneva continuassero a vivere dopo la morte
I culti privati venivano celebrati nelle case dai ”patresfamilias. Il più importante, quello per i defunti (detti ”Manes”, i Mani), le cui anime si riteneva continuassero a vivere dopo la morte. Quando un parente moriva, i suoi cari gli davano l’ultimo bacio, gli chiudevano gli occhi e gridavano il suo nome (secondo il rito della ”conclamatio”). Poi, le donne mettevano sotto la sua lingua una moneta d’oro, destinata a Caronte (si credeva che il barcaiolo trasportasse negli Inferi le anime dei defunti a pagamento). Infine, lavavano il suo corpo, lo ungevano e profumavano con unguenti e essenze appositi, lo vestivano e lo esponevano nell’atrio della casa.