Salute di sorrisi e canzoni n. 31 novembre 2001 pag. 16, 7 novembre 2001
Lo scorso anno ha messo a letto quasi 3 milioni di italiani. L’abbiamo chiamata asiatica, cinese e spagnola, a seconda del luogo in cui è stato isolato il virus
Lo scorso anno ha messo a letto quasi 3 milioni di italiani. L’abbiamo chiamata asiatica, cinese e spagnola, a seconda del luogo in cui è stato isolato il virus. Stiamo parlando dell’influenza, «una malattia virale, in sé non grave, che però si diffonde molto facilmente», spiega la dottoressa Isabella Donatelli, responsabile del Centro nazionale influenza dell’Istituto superiore di sanità. Prepariamoci a farci i conti anche quest’anno: «I primi casi sporadici si hanno di solito già alla fine di novembre, mentre il picco si raggiunge tra gennaio e febbraio. Molto dipende anche dalle condizioni climatiche». L’aria fredda è infatti un veicolo ideale per la trasmissione del virus: «Con la stagione invernale si frequentano luoghi chiusi e affollati, dove il ricambio d’aria è scarso», spiega il dottor Aurelio Sessa della Società italiana di medicina generale. «Ciò favorisce il contagio, che avviene soprattutto a causa del contatto con le secrezioni respiratorie (per esempio la saliva) di persone influenzate». A volte capita di confondere l’influenza con un semplice raffreddore, che non è causato dal virus: «Anche i medici talvolta vengono ingannati», dice la dottoressa Donatelli, «perché i sintomi (febbre, mal di testa, dolori muscolari e mal di gola) sono spesso comuni». Ma qual è la differenza fondamentale fra le due malattie? «La pericolosità. L’influenza è molto più debilitante e temibile, soprattutto per alcune categorie: per esempio, anziani, cardiopatici, diabetici». Sono tre con una caratteristica in comune: si trasformano. così che riescono ad aggirare le difese che l’organismo mette in moto quando si ammala. • tipo a il responsabile (insieme con quello di tipo B) della sintomatologia influenzale classica. • Tipo B Come quello A, è particolarmente aggressivo. Può provocare epidemie. • tipo C Causa di solito un’infezione più leggera, asintomatica o simile al raffreddore.