Franco Dassisti (a cura di), ìPooh. Quello che non saiî, Mondadori 1997, 7 novembre 2001
Loro maestro nella realizzazione degli effetti era tale Baciucchi, artificiere di Cinecittà. Al Festivalbar del ’77 (Arena di Verona) Baciucchi preparò certi botti particolari e raccomandò di non farne esplodere più di dieci, i Pooh invece ne adoperarono cento con ovvio fuggi fuggi dai camerini, panico dei vigli del fuoco, grida, ecc
Loro maestro nella realizzazione degli effetti era tale Baciucchi, artificiere di Cinecittà. Al Festivalbar del ’77 (Arena di Verona) Baciucchi preparò certi botti particolari e raccomandò di non farne esplodere più di dieci, i Pooh invece ne adoperarono cento con ovvio fuggi fuggi dai camerini, panico dei vigli del fuoco, grida, ecc. Nel 1979 il gruppo usava quattro lanciafiamme che sputavano fuoco per otto metri. Una sera uno di questi bocchettoni era rivolto verso il pubblico. Dodi se ne accorse mentre stavano eseguendo il pezzo al culmine del quale sarebbero partite le fiamme, iniziò a gesticolare, senza smettere di suonare e il lanciafiamme fu disinserito solo all’ultimo minuto. In un’altra occasione il botto che doveva chiudere l’esecuzione di ”Viva” fu sovradimensionato. Al momento dell’esplosione fu un’apocalisse: casse sfondate, strumenti azzittiti, la tastiera di Facchinetti scoperchiata, gli effetti di una vera bomba. Un’altra volta, un vigile del Fuoco, consapevole della pericolosità dinamitarda del gruppo, sentendo una rullata di Stefano fece senz’altro partire il sistema antincendio a polvere di marmo. Il batterista si ritrovò ricoperto di polvere bianca, il pubblico parecchio apprezzò questo nuovo effetto speciale.