Franco Dassisti (a cura di), ìPooh. Quello che non saiî, Mondadori 1997, 7 novembre 2001
Negrini, Bertoli, Goretti, Gillot, Faggioli: erano già i Pooh ma ancora non lo sapevano. Armando Sciascia, responsabile della casa discografica Vedette contattò il gruppo per proporre loro la sospirata incisione
Negrini, Bertoli, Goretti, Gillot, Faggioli: erano già i Pooh ma ancora non lo sapevano. Armando Sciascia, responsabile della casa discografica Vedette contattò il gruppo per proporre loro la sospirata incisione. A Roma c’era già un gruppo chiamato Jaguars ed incideva per la RCA, dovettero quindi cambiare nome. Sciascia affidò il compito ad una tale Aliki, sua segretaria la quale propose: «Ma perché non li chiamiamo i Pooh, come l’orsacchiotto Winnie delle favole»? L’autore della favola in questione era Alan Alexander Milne, che la scrisse nel 1926. Storpiature del nome che iniziarono sin da allora: i Puk, i Pus, i Poks, i Pony.