Wilcomb E. Washburn, ìGli indiani díAmericaî, Editori Riuniti 1997, 7 novembre 2001
Nella maggior parte delle società indiane si credeva e si crede nella vita dopo la morte. Tra gli Hidatsa delle pianure, chi aveva perso da poco dei parenti affidava alle persone anziane o malate, o di cui comunque si prevedeva una prossima morte, messaggi da portare nel mondo degli spiriti
Nella maggior parte delle società indiane si credeva e si crede nella vita dopo la morte. Tra gli Hidatsa delle pianure, chi aveva perso da poco dei parenti affidava alle persone anziane o malate, o di cui comunque si prevedeva una prossima morte, messaggi da portare nel mondo degli spiriti. Gli assassini, costretti a vagare senza meta già in vita, lo erano di sicuro anche dopo la morte. Incertezza sui suicidi: molti, e soprattutto le donne, tra le quali il tasso dei suicidi era più alto, credevano che al suicida non sarebbe toccato l’eterno isolamento. Nei periodi in cui la tribù veniva decimata dalle epidemie, molti si toglievano la vita soltanto per raggiungere i loro parenti defunti.