Salute di sorrisi e canzoni n. 31 novembre 2001 pag. 30, 8 novembre 2001
Come avere una patata in gola che impedisce di deglutire e brucia quando inghiotti qualcosa. Quante volte avete sentito il vostro bambino lamentarsi per una sensazione come questa? il tipico sintomo della faringotonsillite, particolarmente diffusa soprattutto nella prima infanzia, perché più della metà delle infezioni che i nostri figli contraggono, si trasmettono attraverso la bocca
Come avere una patata in gola che impedisce di deglutire e brucia quando inghiotti qualcosa. Quante volte avete sentito il vostro bambino lamentarsi per una sensazione come questa? il tipico sintomo della faringotonsillite, particolarmente diffusa soprattutto nella prima infanzia, perché più della metà delle infezioni che i nostri figli contraggono, si trasmettono attraverso la bocca. E la prima a farne le spese è proprio la gola, tonsille comprese: piccoli e preziosi organi, funzionano da filtro e aggrediscono i germi, ma quando si ammalano non riescono più a difendere l’organismo. Ogni anno in Italia circa 71.000 persone, soprattutto bambini, si sottopongono alla tonsillectomia, l’intervento per rimuovere le tonsille. «Prima di stabilire se è il caso di operare, bisogna individuare la causa del problema, capire cioè se dipende da un virus (adenovirus) o da un batterio (streptococco betaemolitico di gruppo A), e cercare di risolverla», spiega la dottoressa Giovanna Weber, pediatra dell’ospedale San Raffaele di Milano. «Il virus richiede antipiretici, collutori, spray antinfiammatori e disinfettanti del cavo orale. L’origine batterica necessita invece di una terapia antibiotica». Quest’ultima è la cura prevista per il 73% delle tonsillofaringiti, perché lo streptococco non va trascurato: se non è «assalito» correttamente può lasciare tracce che, da adulti, potrebbero causare problemi. «Ecco perché la somministrazione di antibiotici va fatta per 10 giorni senza interruzioni, altrimenti il batterio non si debella. E le ricadute sono assicurate».