Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  novembre 09 Venerdì calendario

Si chiamano «torinesi» e non a caso. I grissini sono nati nel 1600, sembra grazie a un certo Brunero, cuoco di casa Savoia

Si chiamano «torinesi» e non a caso. I grissini sono nati nel 1600, sembra grazie a un certo Brunero, cuoco di casa Savoia. Per invogliare l’appetito dell’allora piccolo e un po’ cagionevole duca Vittorio Amedeo II, il cuoco di corte si era lambiccato il cervello alla ricerca di qualcosa di nutriente, ma anche stuzzicante e digeribile. Alla fine, Brunero realizzò una particolare forma di «grissa» (in dialetto significherebbe pagnotta) sperando che il giovane duca la apprezzasse. La storia sembra avergli dato ragione. Spaghetti, panini, pizze e crackers: conoscete qualcuno disposto a eliminarli del tutto dalla propria alimentazione? Purtroppo è quello che devono fare i celiaci, le persone che sono intolleranti al glutine: una sostanza proteica presente in grano, avena, orzo e segale. *Il sintomo? Non c’è In Italia soffre di celiachia una persona su 150. I celiaci diagnosticati sono 41.000, ma questa allergia si presenta spesso in maniera sfumata: si stima che circa 345.000 italiani siano celiaci inconsapevoli. Nella forma più tipica, questa patologia presenta sintomi abbastanza chiari: diarrea, dolori addominali, anoressia, osteoporosi. La celiachia atipica, invece, dà sintomi che non riguardano l’intestino (per esempio l’anemia). C’è infine una forma silente, che si chiama così perché non presenta nessun sintomo (in questo caso viene alterato solo un breve tratto di intestino). Come regolarti. Che sia stata diagnosticata o no, il rimedio è uno solo: abolire per sempre il glutine. E quindi smettere di mangiare tutti gli alimenti che lo contengono sicuramente: pasta, farina, pane comune e le sue alternative, dolci e biscotti. Ma c’è anche il problema dei cibi dove il glutine viene inserito durante la lavorazione: è il caso di molti dolci e di alcuni derivati del latte. Per guidare i celiaci nella difficile scelta di cosa mangiare, l’Associazione italiana celiaci (Aic, telefono 050/580939) ha preparato un prontuario (che viene distribuito gratis in alcuni supermercati) con consigli dietetici e un elenco dei cibi pericolosi. Sul sito dell’associazione, poi, (www.celiachia.it) si trova anche l’elenco dei prodotti specifici per celiaci e quello dei ristoranti che realizzano menù particolari, adatti anche a questi clienti «speciali».