Martin Brookes, La genetica, Editoriale Scienza pag. 104,105, 154-155; Kevin Davies, Il codice della vita, Mondadori pagg. 222-223, 18 ottobre 2001
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Mitocondri – Organelli cellulari a forma di salsicciotti, situati tra la membrana della cellula e il nucleo, che bruciano l’ossigeno respirato dai polmoni per trasformarlo in energia
Mitocondri – Organelli cellulari a forma di salsicciotti, situati tra la membrana della cellula e il nucleo, che bruciano l’ossigeno respirato dai polmoni per trasformarlo in energia. In pratica, la centrale energetica del corpo umano. Contengono segmenti di Dna a doppio filamento con 13 geni. La gran parte delle proteine che i mitocondri usano per bruciare ossigeno sono codificate da geni del nucleo. Il Dna mitocondriale (mtDna) viene trasmesso solo per via materna. L’mtDna non scambia mai geni con i vicini e varia solo per mutazione [Martin Brookes, 105]. «La stretta somiglianza tra le molecole circolari di Dna dei cloroplasti e dei mitocondri e i cromosomi circolari dei batteri ha indotto molti scienziati a chiedersi se i mitocondri e i cloroplasti non fossero un tempo dei batteri parassiti che da allora hanno elaborato con i loro ospiti un rapporto di mutualismo, cioè di simbiosi reciprocamente vantaggiosa» [Martin Brookes, 104]. Il Dna mitocondriale estratto da organismi scomparsi da lungo tempo permette di ricostruire i rapporti di parentela evolutiva tra gli animali estinti e i loro discendenti attuali. L’mtDna è stato già estratto da mammuth siberiani [Martin Brookes, 154-155]. «Poiché lo sperma non apporta mitocondri, in tutti gli organismi essi derivano esclusivamente dalla madre; di conseguenza il Dna mitocondriale fornisce un documento incontaminato della linea di discendenza materna. A differenza dei ventitré cromosomi che ereditiamo da entrambi i genitori, il Dna mitocondriale non è soggetto alle mescolanze e agli scambi di materiale genetico tra le coppie di cromosomi che precedono la produzione delle cellule sessuali maschili e femminili (meiosi). L’unica fonte di cambiamento è data dalle mutazioni che gradualmente, con il passare del tempo, si accumulano nella sequenza del Dna mitocondriale. Confrontando il numero di cambiamenti nelle sequenze di Dna provenienti da campioni diversi e valutando il ritmo al quale tali mutazioni si accumulano, gli antropologi molecolari possono stabilire la vicinanza tra due campioni qualsiasi e la data approssimativa nella quale si sono diversificati» [Kevin Davies, 222-223]. Inoltre, studiando le differenze nel Dna mitocondriale di una popolazione si può ricostruire un albero genealogico che risale fino all’antenato comune più antico. Con questo metodo Alan Wilson e i suoi collaboratori hanno calcolato la data di nascita della cosidetta Eva africana.